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Cosa Sono le Obbligazioni

La Banca d’Italia ha “scoperto” di recente che il 30% dei capofamiglia italiani non conosce la differenza tra un’azione ed un’obbligazione. Scoperta casuale (quesito secondario, in un’indagine a campione), correttamente evidenziata da Bankitalia in sedi tecniche, ma trascurata dai media italiani. Eppure siamo ogni giorno “bersagliati” da notiziari che rilevano l’andamento di parametri e strumenti finanziari (tassi, cambi, azioni, obbligazioni), dando per scontato che tutti ne conoscano i “meccanismi” giuridici e tecnici di funzionamento. Per non parlare delle pagine di quotidiani che pubblicizzano obbligazioni o conti deposito!

Cos’è un investimento. Ma come si possono condividere le previsioni sull’andamento di un investimento se non si è stati informati sulla natura e sui rischi dell’”investimento” stesso? Un investimento è un contratto tra due soggetti : in termini giuridici una “parte” ( il “signor Mario”) ed una “controparte” ( “l’Emittente”: una Società per Azioni; uno Stato o ente nazionale; oppure un organo sovranazionale). Ciò che per una parte è un investimento (dare denaro) per la controparte è un finanziamento (prendere denaro). Ad ogni investimento corrisponde un finanziamento, come ad ogni debito corrisponde un credito, a ogni attivo un passivo. Ogni “dare” implica un “avere”. Se una “parte” ha un’entrata, la sua “controparte” avrà un’uscita. In finanza, come in contabilità, non c’è movimento (partita) che non abbia il suo “doppio”.

Ma cosa compra “il signor Mario” quando compra una obbligazione dell’ “Emittente X”? “Comprando” un’obbligazione, il “signor Mario” presta i suoi soldi all’ “Emittente X” che si impegna (è “obbligata”) a: restituire il valore nominale (l’importo “scritto” sul titolo di credito) alla scadenza stabilita; ricevere un interesse periodico (semestrale, annuale), chiamato cedola o coupon. Quest’ultimo può essere calcolato: 1. predefinendolo al momento della sottoscrizione (tasso fisso), in modo da avere un flusso cedolare costante; 2. “agganciandolo” a dei parametri contrattualmente stabiliti (tasso variabile) durante la vita del contratto; 3. senza prevedere la cedola, cioè zero coupon, l’interesse è implicito nella differenza tra valore nominale e valore di rimborso del valore nominale (“Il signor Mario” presta oggi 80 Euro all’”Emittente X” che gli restituisce tra tre anni 100 Euro).

Quindi attenzione: “il signor Mario” quando compra un’obbligazione non acquista niente di “reale” (nel senso “fisico” di un oggetto di compravendita), “compra” solo un diritto! Il “signor Mario” acquisisce il diritto a essere rimborsato e a percepire un rendimento (cedola) per il rischio che sta correndo a prestar soldi a qualcuno che può fallire o diventare insolvente (l’”Emittente X” ). Ovviamente più alta è la cedola più alto è il rischio di non essere rimborsato!

Il linguaggio comune è fuorviante: il signor Mario non compra nulla di “fisico” o materiale, compra un“obbligo” dell’Ente “ X”, un’obbligazione per l’appunto – ancor meglio: un “ diritto di credito”. Un diritto di credito nemmeno scritto sulla carta e registrato da un notaio (come quando la Banca ha prestato soldi al signor Mario con il mutuo-casa), ma scritturato elettronicamente – custodito e amministrato nei computer dell’intermediario finanziario che lo ha collocato o negoziato.

Fino a una decina di anni fa le obbligazioni erano di carta. Quando “l’Emittente X” aveva bisogno di finanziarsi, stampava una quintalata di “pezzi di carta” con su scritte le caratteristiche dell’emissione (valore nominale, tasso di interesse, durata ed altri varianti di “marketing”, fatte per creare l’illusione di un prodotto differenziato, quali il rimborso a sorteggio). Il “pezzo di carta” principale recava annessi una serie di tagliandi staccabili: le cedole/“coupon” che il “signor Mario” doveva staccare ogni anno/semestre e presentare alla Banca (l’intermediario, ovvero il “mediatore” tra le parti) per l’incasso. Da qui l’appellativo di “tagliatori di cedole” a coloro che facevano dello stacco del coupon la propria fonte principale di reddito, ovvero chi viveva dei soldi prestati agli emittenti. Un vivere relativamente tranquillo, fino a quando gli emittenti non hanno cominciato a fallire!

Dalla fine degli anni Novanta le obbligazioni quotate nei mercati regolamentati sono state “de- materializzate”: spariti i pezzi di carta, gli obblighi degli emittenti debitori (le obbligazioni) sono oggi delle mere scritture contabili, per di più in formato elettronico! Ovvero solo una “scritturazione” sul computer di un intermediario abilitato. Con tutta la fatica che ha fatto il signor Mario a mettere assieme i suoi risparmi!

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